Sull’età dei nostri gatti e sui metodi per calcolarla esistono diverse teorie. Non è molto utile cercare di riportare in anni umani l’età dei nostri gatti, è invece necessario conoscere quali sono le fasi di vita del nostro gatto in modo da affrontarle insieme a lui nel modo migliore.
Le fasi di sviluppo e maturazione
Un gatto è considerato cucciolo fino alla maturazione sessuale che avviene attorno ai 6/8 mesi, quando entra nell’adolescenza che dura circa fino a un anno e mezzo: solo allora un gatto può dirsi adulto sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico.
L’età adulta accompagna il gatto fino a circa i 10 anni, quando comincia la fase di invecchiamento e il nostro gatto entra in una nuova fase della sua vita, l’anzianità.
La vita media dei gatti è di circa 15/16 anni, ma non è infrequente incontrare gatti che raggiungono e superano la soglia dei 20 anni.
Il gatto anziano
In questa fase, cominceremo a notare le prime modifiche di comportamento, causate da un deperimento sia fisico che psichico. Normalmente i cambiamenti sono graduali, quindi cominceremo a notare dei piccoli mutamenti che potranno aumentare nel tempo: è perciò importante osservare attentamente il nostro gatto in modo da intervenire per sostenerlo in questo passaggio e rallentare il più possibile quello che è comunque un inevitabile processo biologico.
Il nostro gatto potrebbe cominciare a diminuire la sua attività quotidiana: avrà più difficoltà a muoversi e potrebbe disinteressarsi al gioco e all’esplorazione.
Potremmo notare dei cambiamenti nel suo ritmo sonno-veglia e accorgerci che si sveglia più frequentemente e che si sposta per casa di notte, dormendo molto di più durante il giorno. Questa è una condizione tipica dei gatti molto anziani.
Potreste osservare nel vostro gatto comportamenti sfuggenti o irascibili quando cercate di interagire con lui, questo perché potrebbe avvertire dolori articolari e quindi sentire dolore quando viene accarezzato, e anche quando cerca di alzarsi dalla cuccia o di saltare.
Anche l’interesse per il cibo e l’appetito in generale potrebbero subire delle modifiche: il micio mangerà meno e potrebbe non essere particolarmente attratto da ciò che prima invece lo interessava molto.
Un problema che può insorgere soprattutto con i gatti molto anziani è l’incontinenza urinaria: questa può essere legata a patologie fisiche ma anche alla perdita delle facoltà cognitive.
Cosa fare?
- Portare il gatto periodicamente dal veterinario: il gatto anziano andrebbe monitorato più frequentemente per tenere sotto controllo l’insorgenza o il progedire di patologie come il diabete o l’insufficienza renale.
- Controllare peso e alimentazione: la diminuzione di attività fisica deve essere accompagnata da una variazione delle quantità di cibo per scongiurare obesità, malattie cardiache, artrite…
- Prendersi cura della sua igiene: il micio comincerà ad occuparsi meno della pulizia del suo pelo e farà più fatica a raggiungere alcune parti del suo corpo, dovremo quindi pensarci noi, spazzolandolo più frequentemente, tagliando le unghie, controllando occhi e orecchie
- Rendere le cucce più confortevoli: l’anzianità, come abbiamo detto, porta con sé dolori e artrite, le cucce quindi dovranno essere facilmente raggiungibili, confortevoli e morbide, posizionate lontane da correnti fredde e anzi più vicine a fonti di calore.
- Favorire l’attività fisica e cognitiva: anche se non è più attivo e agile come un tempo, il gioco e l’attività fisica quotidiani aiutano il nostro gatto a mantenere tonicità, regolare il peso, sostenere le articolazioni e stimolare la circolazione, oltre che tenere alto l’umore